In questo articolo scopriremo tutti i dettagli di quello che è considerato essere il primo cocktail italiano: l’Americano.
Ma non solo.
Ci spingeremo più in là e analizzeremo una sua variante. Si tratta di una rivisitazione firmata Gianluca Amoni e realizzata con i nostri prodotti.
Procediamo per gradi però.
Ecco l’ordine con cui affronteremo gli argomenti di questo articolo.
Dove e quando nasce questo cocktail?
Una risposta certa non esiste. Le sue origini sono avvolte tra mistero e leggenda.
Ricostruire le origini dell’Americano è un’impresa difficile e probabilmente nel tempo emergeranno nuovi documenti, tracce e testimonianze che porteranno a conclusioni aggiornate sulla sua storia.
A grandi linee però possiamo identificare un periodo storico di nascita che coincide tra gli anni sessanta dell’ottocento e gli anni trenta del novecento.
La forbice temporale così larga è collegata alle due principali leggende che ruotano attorno a questo cocktail.
Partiamo dalla prima.
Secondo questa leggenda, l’Americano nasce nel bar Gaspare Campari di Milano come variazione del Milano-Torino,
la cui ricetta era disponibile in due versioni:
Milano-Torino Cocktail (Serie Grassi)
Milano Torino (classico, aperitivo)
La peculiarità di questo cocktail?
Milano-Torino era molto amato dai turisti americani che però spesso chiedevano di aggiungere la soda.
Da qui il nome Americano.
Esiste però un’altra leggenda.
Questa collega il cocktail protagonista del nostro articolo al mondo del pugilato. Secondo la leggenda l’Americano nacque nel 1933 in omaggio al pugile Primo Carnera.
Il motivo?
Carnera era soprannominato “l’Americano”. Ed ecco che il gioco era fatto.
Un barman sconosciuto, ma con grande fantasia, decise di dedicare un cocktail al pugile per celebrare la vittoria del titolo di Campione del Mondo dei pesi massimi. Proprio nel 1933.
A prescindere dalle leggende, possiamo affermare con certezza una cosa.
Il cocktail esisteva davvero in quegli anni e infatti lo testimoniamo varie pubblicazioni del periodo.
Esempi sono The artistry of mixing cocktail, di Frank Meyer del Ritz Bar di Parigi (1936) e Cafè Royal Cocktail book. Libro del 1937 scritto da William Tarling.
Bene, dopo aver visto storia e origini è arrivato il momento.
Stiamo per entrare nel vivo del discorso. Continua a leggere...
Qui andiamo dritti al sodo.
Quali sono gli ingredienti di questo cocktail 100% italiano?
Eccoli:
Come puoi vedere, l’Americano è un cocktail che fa della semplicità il suo punto di forza.
Pochi ingredienti, ma perfettamente equilibrati per donare al palato note rinfrescanti e amarognole.
Attenzione però.
Ricordi cosa ti abbiamo detto all’inizio?
Il vero fulcro di questo articolo non è l’Americano, ma una sua variante realizzata solo con nostri prodotti.
È opera di Gianluca Amoni e ha un nome ben preciso:
AmeriCarlo!
Scopriamo insieme.
L’AmeriCarlo, come ormai avrai capito, è la nostra variante dell’Americano.
Si tratta di un cocktail che interpreta un classico della tradizione italiana - appunto l’aperitivo Americano – aprendo però il ventaglio aromatico del drink a gusti più “facili” e delicati.
Infatti non è formato dal Vermouth Rosso, bensì dall’Amaro Gamondi.
Ecco quindi i suoi ingredienti:
Se poi vuoi avere un quadro più ampio, ecco cos’altro devi sapere su come abbiamo concepito l’AmeriCarlo:
METODO: Mixing glass
BICCHIERE: Old fashioned
GARNISH: Scorza di agrume
Se vuoi scoprire come prepararlo passo passo, qui sotto trovi la video ricetta che gli abbiamo dedicato:
Così come l’Americano, anche la nostra rivisitazione è perfetta per accompagnare uno dei momenti cult del popolo italiano: l’happy hour.
Infatti è pensato per donare un sapore deciso e amarognolo capace di combinarsi alla perfezione con i classici cibi da aperitivo.
Se vuoi approfondire la conoscenza con il mondo Gamondi (prodotti, cocktails, storia ecc) non ti resta altro che continuare a visitare il nostro sito.
E nel frattempo…
Salute,
Gamondi!